Leadership Gentile

Si parla assai di una nuova forma di management, quella gentile, che supera la tradizionale organizzazione piramidale e si orienta ad un modello basato sulla fiducia che modifica la classica figura del manager che gestisce e controlla e lo porta invece ad aiutare i collaboratori a svolgere al meglio le attività, non con indicazioni assertive ma partendo invece dall’ascolto dei collaboratori, dalla comprensione dei loro desideri, senza biasimare gli errori, ma facendo in modo che gli stessi diventino occasione di crescita e maturazione.

Con la leadership gentile si deve accettare un confronto tra superiori e subalterni, ammettere il dibattito nelle riunioni, praticare l’ascolto come esercizio attivo e bidirezionale.

Un manager non deve dare ordini senza aver prima aver ascoltato i pensieri dei colleghi e capito quali compiti apprezzano svolgere ed in quale ambiente si trovano meglio.

Molta letteratura manageriale conferma che l’umorismo sul lavoro aiuta a moderare l’influenza degli eventi, sia positivi che negativi, con l’umorismo si riduce lo stress e si aumenta la “simpatia” tra colleghi: con un commento divertente si può creare un clima “serio ma allegro”, che aumenti la collaborazione fra membri di un gruppo, la disponibilità a darsi reciprocamente supporto emotivo e aumentando l’autoefficacia.

Se benevolo l’umorismo benevolo aumenta anche la soddisfazione sul lavoro dato che il divertimento induce uno stato d’animo positivo, che si traduce in un maggior grado di soddisfazione lavorativa scongiurando i rischi di demotivazione e burnout.

Altrettanto, può offrire la possibilità di discutere eventi personali dolorosi riducendo angoscia e ansia: infatti quante volte dopo una battuta, ci siamo sentiti dire “Grazie, che mi hai fatto ridere, passo un momentaccio”?

L’umorismo sul lavoro aiuta a cambiare prospettiva, permette di vedere situazioni in modo diverso. Anche se nessuno ha ancora avuto il coraggio di definirlo una caratteristica di leadership, l’umorismo è senz’altro uno de strumenti che un leader può usare.

In azienda la raccomandazione resta quella di usare non lo spirito tout court fatto di battute o storiella, ma la dialettica dello humour con la stessa cura e abilità con cui si pensa ad un Consiglio di Amministrazione. E’ questione di consapevolezza: con l’umorismo si fa squadra, con la presa in giro ed il sarcasmo no.

Occorre cercare la leva dell’umorismo affiliativo, che sdrammatizza il problema, fa vedere la soluzione e che fa sorridere non solo il manager che parla ma anche il collaboratore che ascolta.