Giovani professionisti

Le professioni avranno certamente un futuro, avendo davanti a sé un’opportunità storica per tornare a operare da protagoniste nella vita economica e sociale del paese, contribuendo a gestirne la crescente complessità, riacquistando in tal modo quel meritato prestigio che le caratterizza e che ha da sempre rappresentato motivo di attrazione da parte dei giovani.

Il mercato del lavoro è però profondamente cambiato. Ciò è riconducibile essenzialmente al cambiamento nella concezione che i giovani e non solo hanno attualmente del lavoro: il lavoro non è più vissuto come necessità ineludibile, imperativo categorico, quanto piuttosto come luogo della propria realizzazione personale. È avvenuta una metamorfosi radicale del concetto di lavoro che si allontana sempre più dal significato etimologico del termine labor (pena, sforzo, fatica, sofferenza).

Nelle generazioni precedenti di professionisti esisteva una sovrapposizione tra identità professionale e personale: sono avvocato, sono commercialista.

Attualmente prevale invece un’identità diffusa, con il bisogno di sperimentare identità diverse e conseguente difficoltà a impegnarsi in scelte definitive, in un periodo indefinito di moratoria che allontana dal raggiungimento di una stabile identità. Oggi il significato attribuito al lavoro è cambiato radicalmente e nella gerarchia dei valori esistenziali il lavoro rappresenta soltanto una delle voci e nemmeno una tra le prime. Ciò mette in crisi il nostro modello economico, il welfare e anche il nostro modello di vita.

Le libere professioni per loro stessa natura si presentano da sempre come un cammino lungo una vita intera che richiede: pazienza (soddisfazioni non immediate), impegno, abnegazione, sacrificio di parte della propria vita privata, investimento a lungo termine su se stessi, prospettiva temporale che trascende il presente.

La sfida per attrarre i talenti e garantire un futuro alle professioni sarà ridurre il divario esistente tra i valori di cui sono portatori i giovani in riferimento al lavoro e ciò che il mondo delle professioni richiede: ripensare il ruolo del professionista secondo linee di interpretazione più moderne e maggiormente in sintonia con le nuove sensibilità di cui i lavoratori, soprattutto i più giovani, si fanno portatori.

Serve un patto intergenerazionale tra professionisti e futuri professionisti che preveda investimento sui giovani, orientamento, borse di studio, riconoscimento di equo compenso per garantire competenza, formazione, etica e deontologia.