Fiducia e impresa

In un’azienda, il flusso di informazioni deve essere massimo e verso tutti; se non c’è informazione, si crea diffidenza che poi diventa mancanza di fiducia. Questo perché l’informazione è uno degli ingredienti alla base della fiducia che inizia con la necessità di affidarsi a qualcuno e continua sino a quando abbiamo bisogno di qualcuno che ci stringa la mano.
La fiducia è data da credibilità, affidabilità e intimità.
La credibilità è data dal sapere, una persona è ascoltata quando afferma o agisce in quanto capace o esperto. La velocità nel prendere una decisione strategica è data dal fatto che qualcuno è riconosciuto come il più esperto, ad esempio, di finanza e acquisizioni e gli altri, ritenendolo credibile, seguono la sua decisione senza approfondire o discutere; sono superficiali si può pensare invece è che si fidano. Per lo stesso motivo, ci sono casi di discussioni infinite, ad esempio, si pensi ad un nuovo marchio, l’introduzione di una nuova linea di prodotti, l’ingresso in un nuovo settore: quando tutti hanno (o pensano di avere) una certa competenza vogliono contribuire alla discussione e hanno il loro punto di vista da far valere. Non bisogna fraintendere, è sempre meglio avere più di un “competente” per avere una discussione più approfondita e arrivare ad una decisione migliore, ma è un fatto che la credibilità si basa sulla competenza e sulla capacità riconosciuta dagli altri.
L’affidabilità, il secondo addendo della fiducia, è data dal fare ciò che si dice, una persona è creduta in quanto ciò che dichiara, avviene. Nelle dinamiche di un’impresa è straordinariamente efficiente che non si debba obiettare o sospettare che ciò che viene detto accadrà, salvo eventi eccezionali ed imprevisti. Il fatto di essere credibili rende rapporti e dinamiche più forti.
L’intimità è data dal fare qualcosa per il bene altrui prima che per il proprio. Essere altruisti e non pensare solo al proprio tornaconto è una condizione necessaria. È proprio per dimostrare questa “intimità” che chi lavora in azienda accetta stipendi più bassi e lavora molto di più, chi assume qualche carica la svolge senza sfruttare i privilegi che questa concede, etc.. Sono comportamenti che hanno, anche in modo inconscio, lo scopo di comunicare agli altri che non si tengono questi ruoli per il proprio tornaconto.
Nelle imprese la fiducia è uno strumento per avere decisioni veloci, per avere azionisti uniti nei sacrifici, per poter scegliere in modo oggettivo e organizzato i successori, per poter discutere insieme per una decisione migliore senza retropensieri. La fiducia va continuamente manutenuta perché è un processo iterativo e sinergico tra persone che non possono semplicemente chiudere un accordo e non vedersi più. È un processo perché ogni azione muta continuamente la fiducia totale. È iterativo perché a ogni iterazione la fiducia aumenta o diminuisce ed è sinergico perché a maggior fiducia dimostrata corrisponde maggior fiducia concessa. È da costruire tra persone che devono continuare a convivere e migliorare la loro relazione, non è come per le organizzazioni che devono raggiungere un accordo e poi possono terminare la loro relazione, questo è il motivo principale per cui l’applicazione delle tecniche di negoziazione hanno effetti disastrosi nelle imprese.
Può sembrare che coltivare la fiducia all’interno di un’impresa sia un’attività difficile: lo è; ma per capire quanto sia fondamentale è sufficiente aver visto la velocità e la serenità con cui gli altri affidano il loro buon nome e il loro patrimonio a uno di essi per impiegarlo in una grande operazione che può dare un bel futuro all’impresa, o alla tranquillità con cui dicono “fai come ritieni più giusto, mi fido di te”. In queste poche parole c’è molto del segreto del successo del capitalismo.