Intelligenza artificiale: previsioni

Il metodo scientifico ci ha insegnato a fare previsioni sulla base di modelli dei fenomeni e di dati: un modello ci dice che se il fenomeno è in una certa condizione, osserveremo certi effetti, e i dati ci dicono che siamo in una certa condizione; se tutto ciò è sufficientemente accurato, possiamo supporre che osserveremo proprio gli effetti predetti dal modello in base ai dati.

Si tratta di una versione razionalizzata di ragionamenti che tutti noi, anche senza rendercene conto, attuiamo abitualmente.

Però in questo momento, a proposito dei sistemi di intelligenza artificiale, non abbiamo modelli affidabili di quello che sta succedendo e quindi questa strategia non è applicabile.

Quando non abbiamo un modello a cui affidarci, a volte ricorriamo a una strategia di riserva: nel passato, in una certa condizione si sono prodotti certi effetti; se ora i dati ci dicono che siamo in una condizione simile, per analogia ipotizziamo che si produrranno effetti simili.

Ma anche questa strategia analogica non funziona oggi a proposito di questi nuovi sistemi di intelligenza artificiale, sia perché stiamo vivendo una condizione decisamente nuova, e quindi non sappiamo bene con cosa del passato confrontarla, sia perché le analogie sono valide quando i cambiamenti sono lineari, e invece i cambiamenti che stiamo vivendo in questi mesi sembrano proprio esponenziali.

Insomma, se è spesso difficile fare previsioni affidabili senza modelli e dati affidabili, nella situazione in cui siamo potremmo ammettere onestamente che le nostre previsioni non hanno davvero nulla di affidabile.

Quello che rimane è che le previsioni che si fanno sono soprattutto il segnale di un macro-esperimento psicologico che stiamo realizzando nella nostra società.

C’è chi sostiene che i chatbot sono pappagalli stocastici e quindi ovviamente non sono intelligenti, e chi al contrario sostiene che sono e soprattutto diventeranno talmente intelligenti da minacciare la sopravvivenza stessa della nostra specie.

La posizione intermedia è quella di coloro che sono sufficientemente consapevoli delle opportunità e dei rischi che questo implica, ma non per questo perdono il gusto della sfida. L’invito a parlarne, a sperimentare, e conoscere e cercare di capire sempre di più e sempre meglio è anche un invito a non lasciarsi prendere dagli estremi, e dagli estremismi, e a mantenere un’attitudine vigile e critica su quello che sta succedendo.