Genitori e figli: vincere le sfide!

Le ultime generazioni di genitori puntano a togliere la difficoltà, a eliminare l’ostacolo ai propri figli. O, almeno, a fare in modo che se proprio ci deve essere sia – a loro giudizio – affrontabile, facendo in modo che con l’ostacolo neanche si scontrino e dando, già belli e pronti, gli strumenti per superarlo.  Peccato che i bambini e gli adolescenti abbiano invece un fondamentale, vitale e profondo bisogno – indispensabile per una crescita sana – di imparare a “tollerare la frustrazione”: è infatti solo con il confronto diretto tra se stessi e un ostacolo che possono scoprire come superarlo e conseguentemente accrescere la loro autostima. L’autostima, di cui si parla tanto e in tutte le salse, nasce infatti proprio quando ci si trova da soli di fronte a un problema e, ad un tratto, magari dopo essersi sforzati anche molto, si intuisce il modo di risolverlo, senza l’aiuto di nessuno. Si prova a trovare una soluzione, magari a sperimentare il fallimento e a ingegnarsi per trovarne un’altra che funzioni. Così si crea il precedente per potercela fare ancora e ancora e ancora.

I “problemi” ovviamente con l’età diventano via via più grandi, ma il concetto rimane lo stesso: se c’è sempre qualcuno che accorre in soccorso e tenta di appianare gli ostacoli, accadrà una cosa molto spiacevole: non si riuscirà più a contattare le personali risorse profonde e credendo quindi di non possederle. L’autostima scenderà anziché salire, e si crederà di essere incapaci di gestire le difficoltà e ogni volta che qualcuno accorrerà in soccorso si accumulerà rabbia verso se stessi diventando così sempre più fragili e “svogliati”, parola ricorrente in molti adulti nella definizione dei ragazzi di oggi.

Ci si trova spesso di fronte ragazzi che sono stati iper-protetti fin da bambini, che non hanno imparato il senso e il valore dell’impegno perché nessuno ha permesso loro di affrontare da soli una difficoltà, di sperimentarsi nel loro valore.

Attenzione, però, a scaricare tutta la colpa sui genitori. Questi genitori, il più delle volte, ce la stanno mettendo tutta, spesso con grande fatica e fanno del loro meglio. Sono genitori che, in molti casi, hanno cercato di agire magari in modo antitetico rispetto alle loro famiglie di origine, in cui avevano subito regole troppo rigide e poco calore affettivo, e sono caduti nell’eccesso opposto.
E’ infatti molto importante affrontare le sfide senza aiuti o “stampelle” di nessun genere. Ecco allora che sì, certo, i genitori hanno una parte di responsabilità in tutto questo e un cambiamento di rotta potrebbe giovare a loro e ai propri figli, ma la colpa no, quella è altra cosa.

La madre ideale forse potrebbe essere “sufficientemente buona”! Presente ed amorevole, sì, ma anche in grado di fornire quel giusto grado di frustrazione che prepara il bambino all’età adulta. Si potrebbe ad esempio ripartire da qui, lasciando da parte le idee perfezionistiche che troppo spesso accompagnano i pensieri che si hanno sui figli e, se non ci si riesce, allora forse è bene chiedere aiuto agli esperti. Ammettere le proprie difficoltà e fatiche – che fanno parte dell’essere umano – è sempre un segno di umiltà e grandezza, e prelude al miglioramento delle vite di genitori e figli.