Giusto o sbagliato?!

Il pensiero umano si fonda sulle analogie. Ricorriamo ad esse ogni volta che affrontiamo una nuova situazione. Se non avessimo questa capacità, ripartiremmo sempre da zero ogni volta che ci imbattiamo in qualcosa di nuovo.

L’analogia però rappresenta anche un potenziale limite alla nostra capacità di muoverci in contesti incerti. Quando si hanno certezze si divide il vero dal falso, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Al contrario, quando siamo di fronte all’incertezza non possiamo dare valutazioni binarie, bianco o nero, vero o falso. Abbiamo davanti a noi tutta una gradazione di probabilità, siamo nel mondo delle sfumature di grigio.

Di fronte all’incertezza dobbiamo attivare la contestualizzazione. che ci consente di vedere le eventuali differenze rispetto al passato. L’utilizzo combinato dell’analogia e della contestualizzazione porta a chiederci se, per affrontare una data situazione, contino più le somiglianze o le differenze. Rende quindi la nostra azione più efficace in relazione alle condizioni e alla circostanza entro cui ci stiamo muovendo.

La categorizzazione prende spesso il sopravvento sulla contestualizzazione. Riconoscere le analogie, gli schemi, ci suggerisce una rapida linea d’azione. Porta efficienza alla nostra condotta, ma non sempre porta all’efficacia. Ottimizza la nostra azione nei sistemi ordinati, per i quali esiste una soluzione ottimale, ma non per quelli non ordinati, per i quali non esiste a priori una soluzione giusta a priori.

L’analogia può consolidare le nostre convinzioni.

I proverbi popolari rappresentano un esempio di questa semplificazione della realtà. Quello che manca è la contestualizzazione, ovvero la capacità di percepire non solo le analogie ma anche le differenze rispetto al passato.

In ambiti certi, dove esiste un modo giusto di fare una cosa e molti modi sbagliati seguendo delle norme/regole di comportamento, questo modo di procedere è funzionale ed efficace. In ambiti più incerti, al contrario, rappresenta un ostacolo al pensare bene. Non dobbiamo nascondere il rischio che la norma/regola possa diventare un alibi per smettere di pensare e adottare la nostra capacità di giudizio contestuale.

I discorsi su regole e norme tendono infatti ad essere assoluti, universali, per l’appunto. In contesti incerti, tuttavia, abbiamo visto che non è facile separare ciò che è giusto da ciò che non lo è, tutto è più sfumato e interpretabile. In queste situazioni dovremmo lasciare più spazio alla nostra capacità di contestualizzare.

Talvolta seguire un principio in sé giusto può avere effetti contrari a quelli desiderati oppure impedire di ottenere un risultato su un principio etico altrettanto importante. Regole e norme sono fondamentali; non possono però sostituire il giudizio umano e la sua capacità di definire la migliore linea d’azione in relazione a un determinato contesto. Vivere in un mondo complesso e incerto come quello attuale ci impone di dare più spazio alla nostra capacità di pensare bene e agire contestualmente. Per questo è urgente sensibilizzare e sollecitare le persone ad usare al meglio le loro capacità cognitive.

E la nostra associazione di promozione sociale INVIOLABILI APS confida vivamente di poter contribuire anche in tal senso grazie alla vostra concreta partecipazione!