A chi giova la lotta al contante?

Chi si ostina a pretendere i contanti dai clienti rischia una multa di 30 euro fissi più il 4% del valore della transazione.

Come si nota subito, è una sanzione che colpisce molto più duramente i piccoli trasgressori rispetto ai grandi.

Ebbene, il denaro contante è uno dei mezzi di pagamento legali: le monete ed i biglietti sono emessi dagli Stati e hanno caratteristiche tali da poter essere ben difficilmente contraffatte. Chi incassa contanti è sicuro di avere in cassa l’importo della transazione commerciale o del servizio professionale senza avere alcun onere.

Da anni però, molti Stati hanno avviato crociate più o meno decise contro l’utilizzo delle loro monete come mezzo di pagamento, considerando il contante uno strumento nelle mani di mafie, evasori fiscali, criminali di ogni genere che riuscirebbero, grazie all’anonimato della circolazione, a prosperare allegramente senza lasciare traccia. Bancomat e carte di credito, invece, seguono il proprietario passo passo con una “scia” che consente di verificare ogni operazione.

In Italia, come accennato, gli esercenti commerciali e i professionisti devono dotarsi di un POS (l’apparecchiatura che consente i pagamenti elettronici) stando ad una norma di legge che ha sconfessato la sua stessa moneta al punto da farne apparire anomalo l’utilizzo. E infatti: tiri fuori un biglietto da 100 euro, ti guardano con sospetto; esibisci un biglietto da 200 e intorno a te si crea il vuoto. Non parliamo se poi dal portafoglio spunta un introvabile biglietto da 500, rischi di essere immediatamente segnalato…

E così tabaccai, commercianti, ristoranti, alberghi, artigiani e professionisti debbono non solo dotarsi del POS, ma anche usarlo per ogni operazione, a partire dalla soglia minima di 5 euro.

Si dirà: cosa cambia, l’importante è incassare, l’importo delle vendite finisce direttamente sul conto in banca, è anche una comodità.

Ecco il punto: l’importo finisce sul conto in banca, il POS è gestito dalla banca, bancomat e carte di credito sono in mano alla banca.

Mentre i contanti sono emessi, garantiti e gestiti dallo Stato in forma gratuita, gli strumenti elettronici e le transazioni sono gestiti dal sistema bancario.

Il commerciante deve usare il POS?

Deve comprarlo, deve attivare un contratto con la banca, pagando un canone periodico più una commissione fissa per ogni operazione, più una commissione variabile sull’importo incassato.

L’assurdo è che, per cercare di combattere il giro di contante legato alla criminalità, si concentra l’attenzione sul modesto giro d’affari di piccoli esercizi commerciali caricandoli di oneri!

E infatti, se ad esempio un commerciante prima comprava la sua merce per 800 euro e la rivendeva in contanti a 1.000 euro poteva rifornire il magazzino con 800 euro e trattenere 200 euro per coprire i costi e mantenere la famiglia, oggi invece incassa solo 980 euro, perché 20 li trattiene la banca. Quindi (se non vuole ridurre il suo livello di vita) può acquistare solo 780 euro che rivende (mantenendo intatto il margine di guadagno del 25%) a 975 euro, con i quali può ricomprare (dedotte le commissioni e la quota spese) solo 755,5 euro di carne.

Ad ogni passaggio la situazione peggiora, si riduce pian piano il giro d’affari e si arriva inesorabilmente alla chiusura del negozio; a meno che il costo sia caricato sulle spalle del consumatore, con buona pace per la lotta all’inflazione, il sostegno alle famiglie, l’aiuto alle persone fragili e tutte le litanie che ascoltiamo da mesi.

Ricapitolando, la lotta al contante trasferisce ricchezza dalle attività produttive al sistema bancario, provoca una riduzione del giro d’affari del commercio o in alternativa, provoca una riduzione del tenore di vita degli operatori economici o ancora sempre in alternativa, spinge all’aumento dei prezzi (scarico sul consumatore del costo del bancomat).

Si potrebbe invece fissare un limite ragionevole all’uso del contante (ad esempio 5.000 euro) che non penalizzi il piccolo commercio, rendere completamente gratuito l’utilizzo di POS e bancomat, per equiparare realmente l’utilizzo del contante a quello elettronico e introdurre l’euro digitale in vista dell’abolizione dei biglietti cartacei, dando legalità, controllo ed efficienza alla circolazione della moneta virtuale sotto il controllo dello Stato.

Difficile, certo; ma non impossibile! Gli strumenti per intervenire ci sono, basta usarli ed avere la volontà di combattere evasione, malavita, crimine.